Incubo
Jacopo Gospel Quaggia
Twenty14 si interroga insieme all’artista stesso, portando sul piano della parodia dei temi scottanti quali la confusione generata dal mondo dell’arte contemporanea, la difficoltà del pubblico di partecipare ad un circuito sempre più autoreferenziale e la precarietà della carriera di un’artista. Ponendo l’accento sulla pressione di dover vendere il proprio lavoro, che si tratti di arte o di qualsiasi altro prodotto, Twenty14 ironizza sul ruolo stesso del promotore artistico, vestendolo da Agente Immobiliare. (Nel corso della mostra gli spettatori sono stati accompagnati dalle due Performers Giulia Gioanina e Claro del Nero, in una visita dello spazio, strutturata come una vera e propria visita immobiliare)
Nell’Installazione in casa d'artista le curatrici si pongono come venditrici di un’immobile che è stato per l’artista studio, casa e allo stesso tempo incubo, portando il pubblico ad una proposta d’acquisto alquanto improbabile. Tutta la comunicazione della mostra è gestita con lo stesso linguaggio utilizzato nel settore della compravendita immobiliare, facendo leva sul labile confine tra la vendita di un prodotto artistico e di un appartamento o qualsivoglia oggetto. [“INCUBO” / Una mostra tutta da ve(n)dere. / Artista lascia casa. / Un immobile, una storia, un incubo.]
Jacopo Gospel Quaggia vive e lavora a Milano. La sua pratica artistica tende ad unire fotografia e testo in maniera complementare. I suoi lavori sono stati esposti in diverse mostre collettive. E' rappresentato da Twenty14 con cui ha pubblicato il libro d'artista "Incubo" in occasione della relativa mostra e performance. Parte della serie "Piano", 2014, è esposta all'interno della collezione di Fabbrica Borroni.